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Ricerca scientifica e medicina tradizionale nelle cefalee

Terapia delle cefalee, agopuntura, magnesio, farmaci

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Si distinguono due tipi di terapia nelle cefalee primarie:

1) terapia sintomatica, cioè i farmaci che si utilizzano durante un attacco per controllare il dolore e gli altri sintomi; questi farmaci non hanno nessun effetto nella prevenzione di ulteriori attacchi

2) terapia preventiva, che serve invece a prevenire la comparsa degli attacchi di mal di testa nel tempo

Qui ci interessa parlare della terapia preventiva, per capire quando è indicata e quali vantaggi comporta. La terapia  preventiva cura la predisposizione a soffrire di mal di testa, rendendoci quindi più resistenti ai fattori che lo provocano. Una terapia preventiva ben condotta riduce in modo sostanziale il numero degli attacchi, in qualche caso il mal di testa scompare per un periodo più o meno lungo, e quando ricompare in genere è meno forte. Non è un obiettivo realistico aspettarsi la scomparsa definitiva del mal di testa con le terapie esistenti, però si può verificare una guarigione spontanea, più facilmente dopo la menopausa nella donna o comunque in età avanzata.

Classificando le misure preventive secondo un ordine progressivo troviamo:

– al primo posto uno stile di vita sano (vedi il post sullo stile di vita): senza questo le terapie successive possono essere inutili

-terapie non farmacologiche: per esempio l’agopuntura (esistono evidenze scientifiche sull’efficacia dell’agopuntura nella prevenzione sia dell’emicrania sia della cefalea tensiva)

-sali di magnesio o dieta ricca di magnesio: l’efficacia del magnesio nella prevenzione dell’emicrania si basa sull’esistenza di una carenza di questo minerale in molti emicranici

-infine i farmaci veri e propri (che andrebbero usati secondo una scala che privilegia quelli con meno effetti collaterali)

Quando è necessaria la terapia preventiva? Il principale parametro da considerare è la frequenza del mal di testa. Se gli attacchi sono frequenti, (almeno 1 alla settimana, oppure 4-5 giorni al mese in totale) e contemporaneamente l’intensità è così elevata da impedire le normali attività, ma soprattutto se si è costretti ad assumere ogni volta degli analgesici, allora è indicata la terapia preventiva.

Questo perchè i farmaci utilizzati nella profilassi hanno un rapporto rischio/beneficio migliore rispetto agli analgesici. Ancora più vantaggioso è l’impiego della profilassi non farmacologica (corretto stile di vita, sali di magnesio, agopuntura) perchè qui sono quasi nulli i rischi.

La durata delle terapie farmacologiche preventive può variare da 3 a 6 mesi; il miglioramento avviene gradualmente ma si osserva in genere già nei primi mesi e se dopo i primi 3 mesi non si è visto nulla può essere utile cambiare farmaco. La terapia preventiva ideale è a cicli, non continua. Dopo un primo ciclo di 3-6 mesi se il mal di testa è migliorato in modo apprezzabile, la terapia deve essere sospesa per vedere quanto dura l’effetto. In genere persiste anche dopo la sospensione e non è prevedibile a priori la sua durata. Di conseguenza chi si sottopone a una terapia farmacologica preventiva di durata superiore rischia di avere più effetti collaterali senza un maggiore beneficio. Solo in alcuni casi sono richieste terapie più prolungate.

Il principale vantaggio che offre la terapia preventiva è che riducendo il mal di testa aiuta a ridurre  l’uso degli analgesici che sono il principale fattore di rischio per la salute di chi soffre di mal di testa. I principali imputati di effetti collaterali dannosi sono i farmaci antiinfiammatori non steroidei (cosiddetti FANS) che vengono reclamizzati per il mal di testa anche in televisione, con una voce frettolosa che alla fine del messaggio pubblicitario avverte “è un medicinale, può avere effetti indesiderati anche gravi, leggere attentamente il foglietto illustrativo, se il sintomo persiste consultare il medico”.

I casi più drammatici sono quelli in cui non è mai stata fatta una terapia preventiva e si è cercato di contrastare il mal di testa con il solo uso di analgesici: oltre ai danni tipici a carico di stomaco, fegato, reni, la cefalea diventa cronica e compare quella che viene definita “cefalea cronica da abuso di farmaci”, distinta in sottotipi in base al tipo di abuso ( di ergotamina, triptani, analgesici, FANS, oppioidi, o farmaci di combinazione come molti prodotti da banco). Quando si è sviluppata una cefalea da abuso di farmaci si è arrivati a una fase in cui si devono affrontare tre problemi insieme: mal di testa cronico, i danni provocati dai farmaci, la dipendenza dai farmaci stessi con necessità di disintossicazione e superamento della dipendenza fisica e psicologica.

Non si ripeterà mai a sufficienza che la vera terapia delle cefalee primarie è quella preventiva. Solo chi ha uno o due attacchi al mese non particolarmente disabilitanti può cavarsela con un semplice analgesico.

Consigli in sintesi:

  • sentire il parere del medico
  • evitare l’autoprescrizione di medicinali, non seguire le pubblicità
  • dare la precedenza alle terapie preventive
  • utilizzare farmaci preventivi di efficacia documentata, che sono: alcuni β-bloccanti (propranololo, metoprololo, atenololo); il calcio-antagonista flunarizina; l’antidepressivo triciclico amitriptilina; i due antiepilettici valproato di sodio e topiramato
  • non hanno indicazione nel trattamento preventivo dell’emicrania gli antidepressivi SSRI: paroxetina, sertralina, citalopram ecc.

Autore: Domenico Piazza

Medico, specialista in neurologia, esperto in agopuntura, lavora presso l'ASL Citta' di Torino , Ospedale San Giovanni Bosco, Piazza del Donatore di Sangue 3, 10154 Torino Responsabile dell'ambulatorio delle Cefalee e dell'Ambulatorio di Agopuntura Tel. 3358077781

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